Italia, la top 5 degli oriundi che hanno vestito la maglia azzurra: al primo posto un campione del mondo
Sai cosa significa davvero “oriundo” nel calcio? Si tratta di un giocatore nato all’estero ma che, per motivi diversi, ha deciso di rappresentare una nazione diversa da quella di origine. E l’Italia, con la sua tradizione di immigrati provenienti principalmente da Argentina, Brasile e Uruguay, ha visto molti giocatori con doppio passaporto indossare la maglia azzurra. Anzi, sono ben sette gli oriundi che hanno vinto il Mondiale con l’Italia, lasciando un’impronta indelebile nella storia del calcio. Tra questi, alcuni sono diventati leggende, e ci sono perfino dibattiti sulla necessità di continuare a convocare calciatori naturalizzati nella Nazionale.
In questo articolo, andiamo alla scoperta dei migliori oriundi che hanno scritto pagine importanti della storia della Nazionale italiana di calcio. Tra i più recenti, c’è il nome di Mateo Retegui, il bomber argentino naturalizzato italiano che, in poco tempo, ha già segnato 6 gol in 18 presenze con l’Italia. Ma la sua è solo l’ultima di una lunga tradizione che ha visto alcuni veri e propri eroi indossare la maglia azzurra.
Mauro Germán Camoranesi
Il primo nella lista non può che essere Mauro Camoranesi, l’italo-argentino che ha lasciato il segno nella storia del calcio italiano. Arrivato in Italia a 23 anni, dopo aver giocato in Argentina, Camoranesi ha conquistato tutti con la sua grinta e la sua velocità sulla fascia destra. La sua carriera alla Juventus è leggendaria: 224 presenze e 27 gol. Ma il vero capolavoro lo ha realizzato con la Nazionale, (in azzurro 55 presenze e 5 reti). Camoranesi è stato uno degli assoluti protagonisti della vittoria ai Mondiali 2006. Il suo debutto in Nazionale risale al 2003, esattamente quarant’anni dopo l’ultima convocazione di un oriundo, confermando quanto fosse diventato importante il fenomeno degli oriundi nel calcio italiano.
Julio Libonatti
Un altro italo-argentino che ha scritto la storia della Nazionale italiana è Julio Libonatti. Attaccante dal fiuto del gol infallibile, Libonatti è stato uno degli indiscussi protagonisti del Torino negli anni ’20 e ’30. Con la maglia azzurra ha collezionato 17 presenze, realizzando ben 15 gol, un bottino straordinario. Ha giocato in un periodo in cui il calcio italiano stava cambiando, eppure lui non ha avuto paura di affrontare le sfide più dure. Tra le sue imprese, spicca la sua doppietta contro gli Stati Uniti al Mondiale 1934. E anche se la sua carriera non si è conclusa come sperava, con un ritorno in Argentina povero e pieno di difficoltà, il suo nome rimane impresso nella storia.
Raimundo Orsi
Un altro nome fondamentale per la vittoria del Mondiale 1934 è quello di Raimundo Orsi, italo-argentino anche lui. A differenza di Camoranesi, che era noto per la sua grinta, Orsi era un vero e proprio artista del pallone, un “violista” che incantava le platee con le sue giocate tecniche. Da protagonista assoluto della Juventus nei mitici anni ’30, Orsi vinse tutto: campionati, Coppa Italia, e soprattutto il Mondiale del 1934. Indimenticabile la sua doppietta nella partita inaugurale contro gli USA e il gol decisivo nella finale contro la Cecoslovacchia. Con le sue 35 presenze e 13 gol in Nazionale, Orsi è stato uno dei più grandi oriundi che l’Italia abbia mai avuto.
Luis Felipe Monti
Il leggendario Luis Felipe Monti, ancora un altro italo-argentino, è l’unico calciatore al mondo ad aver disputato due finali mondiali con due nazionali diverse. Monti infatti giocò il Mondiale 1930 con l’Argentina, perdendo contro l’Uruguay, ma poi fece il suo grande ritorno con l’Italia nel 1934, portando gli azzurri alla vittoria. Difensore instancabile, Monti divenne simbolo della Juventus di quegli anni, capace di vincere ben cinque scudetti consecutivi. La sua leggendaria “Battaglia di Highbury” contro l’Inghilterra nel 1934 è un episodio indimenticabile della sua carriera, simbolo della sua determinazione e forza di volontà. Con 18 presenze e 1 gol, Monti è stato uno dei pilastri della Nazionale.
Miguel Angel Andriolo
Un altro oriundo decisivo per la Nazionale italiana è Miguel Angel Andriolo, anche lui italo-uruguayano, che ha giocato un ruolo importante nella vittoria dell’Italia al Mondiale 1938 in Francia. Andriolo, massiccio e con una personalità da leader, era il centrocampista che univa forza fisica e grinta. Prima di arrivare in Italia, aveva già vissuto una carriera di successo in Uruguay, ma il suo nome è per sempre legato alla maglia azzurra. Con 26 presenze e 1 gol in Nazionale, Andriolo si è guadagnato il suo posto nella storia del calcio italiano.
Oggi, uno dei nuovi oriundi che sta facendo parlare di sé è Mateo Retegui, il bomber argentino naturalizzato italiano che ha segnato 6 gol in 18 presenze con la Nazionale. Con il suo spirito combattivo e la sua freddezza sotto porta, Retegui ha portato una ventata di freschezza alla squadra azzurra, confermando che il fenomeno degli oriundi è ben lontano dall’essere un capitolo chiuso nella storia del calcio italiano.
Gli oriundi hanno sempre avuto un posto speciale nella Nazionale italiana, e il loro contributo ha spesso fatto la differenza. Anche oggi, con Retegui, possiamo vedere come questa tradizione continui a essere un’importante risorsa per l’Italia. La domanda, a questo punto, è: chi sarà il prossimo oriundo a lasciare il segno?
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