Sai qual è l’ultima volta che l’Alessandria è stata in Serie A? Ecco come andò a finire

Vi ricordate l’ultima volta in Serie A dell’Alessandria? Oggi vi raccontiamo una parte di storia del nostro club che ha vissuto grandi emozioni nella sua storia.

Sebbene nel calcio italiano in Piemonte dominino la figura della Juventus e del Torino, anche i grigi hanno avuto delle grandi soddisfazioni affacciandosi spesso alla massima categoria.

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L’ultima volta dell’Alessandria in Serie A (ANSA) AlessandriaCalcio.it

Per trovare l’ultima partecipazione alla Serie A bisogna però tornare indietro alla stagione 1959/60 quando la squadra si piazzò 17esima e retrocesse in cadetteria. Un anno dove però ci furono anche delle soddisfazioni con la vittoria della Coppa delle Alpi in rappresentanza dell’Italia. La squadra partecipò anche alla Mitropa Cup e fu eliminata al secondo turno della Coppa Italia.

Quel campionato fu vinto dalla Juventus che si assicurò l’undicesimo titolo con Omar Sivori capocannoniere a 28 reti. In B andarono Palermo e Genoa oltre ai grigi. Erano 18 le partecipanti al campionato che si disputava in girone unico e che andò avanti dal 20 settembre 1959 al 5 giugno del 1960. La classifica finale vede i bianconeri vincere a 33 punti con dietro la Fiorentina a 31. Seguivano Milan, Inter e Bologna. La Roma arrivò nona mentre la Lazio 12esima e il Napoli 13esimo a pari merito con il Napoli.

L’Alessandria retrocesse con tre punti meno dell’Udinese prima squadra salva.

La rosa di quell’Alessandria

Ma qual era la rosa dell’Alessandria in quella stagione? Il Presidetne era Silvio Sacco con Luciano Robotti allenatore e Franco Pedroni allenatore in seconda. La squadra aveva due portieri molto affidabili come Luciano Arbizzani e Ideo Stefani. In difesa ci si poggiava sull’esperienza di gente come Aldo Nardi e Franco Pedroni, ma c’erano anche giocatori di talento come Umberto Boinardi.

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La rosa dell’Alessandria quando era in A (ANSA) AlessandriaCalcio.it

In mezzo al campo splendeva la stella di un giovanissimo Gianni Rivera che però era ancora troppo ragazzo per poter dare la scossa nonostante mostrasse già le caratteristiche peculiari del campione che avremmo visto con efficacia e per anni al Milan.

C’erano anche Giancarlo Migliavacca e Antonio Girardo che sostenevano la squadra con corsa e buona tecnica individuale. Davanti il punto di riferimento era Juan Carlos Tacchi argentino di grande potenzialità che alla fine fece una carriera molto al di sotto delle sue possibilità ma che gli permise di diventare comunque l’idolo di una città.

Sebbene il tasso tecnico fosse sopra la media la squadra non fu particolarmente fortunata e fu costretta alla retrocessione nonostante lottò fino all’ultimo per provare a evitarla. Un racconto che si impreziosisce sicuramente della bravura di alcuni singoli abili a mettersi in mostra.

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